Un saluto a tutti, un saluto ai Cari Amici.
Che il Comandante affondi con la sua nave è una fesseria, la regola di un ottimo Comandante è fare di tutti per salvare nave, passeggeri, equipaggio, merci e quando ha fatto di tutto mettersi in salvo. Potrebbe essere anche che il Com.te rimanga a bordo con uno sparuto staff di volontari ad es. per tentare in extremis un rimorchio della nave non ancora in immediate condizioni di affondare e tentare di incagliarla per limitare la perdita.
Non mancano le cattive gestioni dell'emergenza come non manca la professionalità mitica, non mancano i fatti eroici.
Vado a ripetere storia vissuta di persona della Marina Mercantile Italiana.
Il Com.te Oscar Ribari fu messo sotto tre inchieste (Società, Capitaneria, Magistratura) e quelo che è peggio sotto lo sputtanamento dei giornalisti per l'incendio in macchina della nostra utlima ammiraglia "Raffaello", pasticcio combinato da un addetto all'apparato motore, incendio di olio spento da un Uff.le di macchina ex marina miltare e 2 pompieri che si sono calati attrverso il tunnel dell'elica nel locale.
Il penultimo viaggio prima di andare in pensione.
Facevano parte dei Grandi Professionisti del mare sia il Com.te Ribari, sia i suoi Ufficiali e l'equipagio tutto fino all'allievo, ragazzino di 19 anni al primo imbarco.
Il Com.te ha fatto tutto per salvare Nave, Passeggeri, Equipaggio e cose decidendo di tornare in porto a Genova invece di affrontare mezzo Atlantico in tempesta con una nave che ancora navigava e manovrava con una elica sola (13-16 nodi) e quando non erano chiare nè l'entità dei danni all'impianto elettrico nè le possibilità di ripristinare i circuiti elettrici bruciati da parte del personale di bordo.
Si assunse, e lo vidi di persona da due metri di distanza, tutta la responsabilità di interrompere il viaggio e di tornare indietro, a ridosso delle Azzorre in mare più sicuro.
Trascuro quello che egli passò durante l'inchiesta. e come i giornalisti vollero tirere fuori notizie tanto spregiudicate da farmi esclamare "Bèlin, ma ero su un'altra nave? DI quello che scrivono sulla stampa non è successo!" Ed ero al pulpito di manovra in centrale sicurezza, ai diretti ordini del 1° Uff.le alla sicurezza a controllare le manovre di porte stagne, porte tagliafuoco, eccetera.
Dopo due mesi di lavori a Genova la nave era pronta a rpartire e il Comandante RIbari fece l'ultimo viaggio della sua incredibile carriera ormai in età di pensione con permesso speciale.
Il Comandante era lo stesso, l'Uomo non era più lui. Difficile smentirmi visto che gli portavo la posta e i documenti alla firma e c'era un feeling raramente ripetuto.
Al ritorno, nel teatro della "Raffaello" c'era tutto l'equipaggio cambiandosi di turno per partecipare tutti. Uno spettacolo e la consegna di una targa d'oro con la colletta di un numero incredibile di marittimi che vollero contribuire. Breve discorso, emozione altissima ed irrefrenabile. Poco da dire.
I Professionisti del Mare, che sanno affrontare olio incendiato, si commuovono.
Caro Amico Zamarco, sappiamo del campanilismo fra macchia e coperta e ti posso dire che quella volta ci sono andati di mezzo alcuni Uff.li di macchina e, permettimi delle opinioni personali, non del tutto colpevoli o non per colpa loro ignoranti.
Traggo una sola morale da questo fatto storico vissuto 45 anni fa: di fronte all'incidente il Comandante, qualunque siano i fatti, è indicato come responsabile, pesante fardello riempito dei macigni dei gornalisti e di chi sputa sentenze senza trovarsi con 2000 persone in mezzo ad un oceano forza 8 con mezza nave che funziona e mezza no. Bisogna decidere in fretta e c'è una persona deputata a farlo: il Comandante.
Contrarissimo per morale ad interrompere una vita finchè Dio non vuole, il Comandante non deve inabissarsi con la Nave: porta una esperienza da valutare e da trasferire a chi verrà dopo di lui.
@Luigi, mi ricordo di quel fatto. eravamo in allestimento della "Raffaello" e ne parlammo con tristezza per i Colleghi e come esempio di quanto importante era il sistema antincendio a bordo. Avevamo altre esigenze, ci incentivò a curare ancora di più il ruolo di emergenza. Grazie di aver riportato il fatto. Esempio più importante di tante leggende.
Questi erano i Comandanti della Marna Mercantile Italiana.
Mi ritiro in un minuto di raccoglimento, invito colleghi a farlo.