Innanzitutto c'è un vantaggio per i costruttori! Tutti gli scafi in PRFV (vetroresina) si prestano benissimo alla produzione in serie: ti fai uno stampo molto preciso e rigido dello scafo, che costicchia, certo, però ne fai UNO...e poi, con quello stampo e quattro manovali di qualunque Paese, a dieci Euro l'ora o meno ti sforni trecento scafi tutto uguali, perfetti, belli lisci, pronti da allestire. Insomma, sparagni di brutto su materiale e manodopera.
Poi, con l'impiego di materiali speciali (fibre kevlar o carbonio e resine particolari, come le epossidiche o le vinilesteri magari in sandwich) riesci anche a costruire scafi resistentissimi, rigidissimi e leggeri. Buono sia per barche a motore, sia per baerche a vela....
Come utente, una barca in PRFV non teme quasi niente; non le intemperie, non la trascuratezza, non il marciume, o la ruggine....puoi lasciarla abbandonata per anni e poi cavartela con una bella ripulita, massimo una lucidata....
Per contro, non è facile riparare una barca in PRFV se fai conoscenza con scogli o moli.....senza parlare della temutissima "osmosi".....
Una buona alternativa sono scafi construiti in legno lamellare oppure secondo la tcnica "strip planking"....occorre però saper tenere in mano una ****, almeno all'incirca, mentre stendere dei fogli di fibra di vetro e rullarci sopra la resina catalizzata è molto più semplice...
NON è tutto qui, ci mancherebbe, ma credo ce la stesura di un corso monografico sulla costruzione manutenzione e peculiarità degli scafi in composito esuli da tuoi intenti!
Ehi, psst....all'Intermarine di Sarzana ho visto un cacciamine bello grosso in PRFV, ed ho visto i nostri guardacoste classe "Buratti", non tanto grossi ma neanche piccolini, ed ho visto la fase di laminazione. Segreto militare, ma niente di stratosferico....